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Fonte: Parlamento Europeo. L’Economia circolare

Gestione dei Rifiuti ed Economia Circolare

Nell’Unione europea si producono ogni anno più di 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti. Al fine di superare questo problema ambientale l’UE sta aggiornando la legislazione sulla gestione dei rifiuti, promuovendo la transizione verso un’economia circolare in alternativa a quella attuale del modello economico lineare.

Ma cos’è l’economia circolare? L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore.

I principi dell’economia circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato invece sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Il modello economico tradizionale dipende dalla disponibilità di grandi quantità di materiali e energia facilmente reperibili e a basso prezzo, una politica che ormai non è più praticabile.

In Italia la disciplina organica della gestione dei rifiuti e dei principi di economia circolare trae fondamento dal dettato normativo della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), ispirandosi a quella nuova sensibilità alle problematiche di natura ambientale sviluppatasi a livello europeo, nazionale e locale, destinata a porre in sempre maggiore rilievo le politiche di prevenzione e di minimizzazione della produzione dei rifiuti presso le pubbliche amministrazioni, le utenze domestiche, nonché in numerosi settori dell’industria e del commercio.

Conscia dell’importanza del problema ambientale anche la società CREA – Centro Ricerche di Ecologia Ambientale da sempre ha avvertito fortemente la responsabilità di avere una presenza attiva nel settore ambientale, operando fattivamente in questo ambito dal lontano 1992, anno in cui è stata fondata.

Con riferimento specifico ai rifiuti, la CREA agisce su due diversi fronti: il primo è quello procedurale delle pratiche autorizzative relative agli impianti di trattamento e di recupero dei rifiuti; il secondo è quello delle stesse macchine di trattamento e di recupero dei rifiuti, che gli ingegneri ambientali della società sono in grado di progettare e di fornire.

Nel campo procedurale, dall’Autorizzazione Unica (AU) per gli impianti di produzione di energia rinnovabile normati dall’Art. 12 del D. Lgs. 387/2003 e per gli impianti di riciclo e di recupero dei rifiuti facenti capo all’Art. 208 del D. Lgs 152/2006, alla collaudata procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e alla più recente procedura di Autorizzazione Unica Ambientale (AUA), disciplinate rispettivamente dagli articoli da 29-bis a 29-quattuordecies del decreto legislativo 152/2006 e dal D.P.R. 13 marzo 2013, n. 59, la società CREA è in grado di produrre pratiche ambientali complete, portando a termine le procedure autorizzative corrispondenti.

D’altro canto, nel campo dell’impiantistica del trattamento dei rifiuti la CREA è in grado di progettare e di fornire impianti di pirolisi atti al recupero di materie plastiche e bituminose (R3), impianti per la vagliatura dei rifiuti secchi indifferenziati M.R.F. – “Material Recycling Facility” e per il recupero del “car-fluff” e degli imballaggi pericolosi (R3, R4 e R5), proponendosi come leader del settore per la qualità dei propri prodotti sempre ecologicamente compatibili e in linea con le BAT – Best Available Technologies a tutela e salvaguardia dell’ambiente.

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